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EMERGENZA ALL’OSPEDALE SAN CAMILLO DI SORGONO, DERIU (PD): “TANTI PAZIENTI NON POSSONO ESSERE CURATI, SERVONO RISPOSTE URGENTI”

“L’ospedale San Camillo di Sorgono è al collasso, tanti pazienti non possono ricevere le cure di cui necessitano a causa della carenza di medici”. Così Roberto Deriu, consigliere regionale del Partito democratico, firmatario di un’interrogazione rivolta all’assessore alla sanità Mario Nieddu.

“E’ inaccettabile che il San Camillo versi in queste condizioni di gravi criticità, una situazione che comporta gravi rischi per la salute dei pazienti e per tutti i cittadini che potrebbero necessitare di cure o visite essenziali, spesso anche salvavita, costretti a spostarsi lontano dai loro centri abitati in un periodo poco opportuno per effettuare spostamenti a causa della crisi sanitaria in atto”, denuncia Deriu. Le principali criticità evidenziate dal consigliere dem riguardano soprattutto l’inattività del servizio di diabetologia, reparto paralizzato a causa dell’assenza del personale competente. Ma a rischio sono anche gli altri servizi, come la medicina e la chirurgia, che dispongono rispettivamente di cinque medici (di cui due prossimi al pensionamento) e di due medici. Appare grave anche la situazione del pronto soccorso, a rischio paralisi, oltreché quella dei reparti di fisiatria e di radiologia.

“La grave situazione del San Camillo è nota da tempo, ma nonostante ciò mancano i servizi sanitari essenziali, a causa dall’assenza di personale medico indispensabile per svolgere l’attività nei vari reparti – prosegue Deriu –. Senza interventi urgenti e concreti lo stato di emergenza è destinato a peggiorare”. Da qui la richiesta di chiarimenti all’assessore regionale alla sanità, al quale Deriu chiede risposte urgenti affinché venga subito ripristinata l’erogazione dei servizi sanitari essenziali all’ospedale di Sorgono, presidio sanitario di riferimento per la Barbagia e il Mandrolisai. “E’ un dovere della Regione – conclude il consigliere del Pd – tutelare al meglio la salute dei cittadini, garantendo il diritto alle cure a tutti i pazienti che ne necessitano”.

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