Secondo me

INTERVENTO IN AULA – ALCUNE OSSERVAZIONI SULLA MANOVRA DI BILANCIO

On. Roberto Deriu
Intervento in aula finanziaria 2022
Discussione generale

ALCUNE OSSERVAZIONI SULLA MANOVRA DI BILANCIO

  1. 𝗦𝗣𝗢𝗣𝗢𝗟𝗔𝗠𝗘𝗡𝗧𝗢 E 𝗥𝗘𝗗𝗗𝗜𝗧𝗢 𝗗’𝗜𝗡𝗧𝗘𝗟𝗟𝗜𝗚𝗘𝗡𝗭𝗔

C𝗼𝗺𝗯𝗮𝘁𝘁𝗲𝗿𝗲 𝘀𝗽𝗼𝗽𝗼𝗹𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 dei centri abitati, 𝗱𝗲𝗰𝗿𝗲𝘀𝗰𝗶𝘁𝗮 della popolazione 𝗲 𝗶𝗻𝘃𝗲𝗰𝗰𝗵𝗶𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗳𝗮𝗺𝗶𝗴𝗹𝗶𝗲 𝗲̀ 𝘂𝗻 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗼 𝗱𝗼𝘃𝗲𝗿𝗲, e va fatto in modo radicale, con politiche adeguate e strategie integrate.
La Giunta regionale, nella manovra che discutiamo, ha semplicemente ipotizzato finanziamenti a pioggia, senza un accenno di progettualità o volontà di risolvere i problemi.
L’on. Moriconi, nella sua puntuale relazione, ha ricordato che “Lo fa ignorando, per l’ennesima volta, il contributo del Consiglio regionale il quale, in materia di “interventi a favore delle giovani famiglie nei comuni soggetti a spopolamento”, custodisce, agli atti, la proposta di legge n. 84 del 6 dicembre 2019, utile base di partenza per l’elaborazione di qualsiasi provvedimento legislativo attinente agli stessi
scopi, sviluppato sulla base di una interessante analisi dei dati statistici e dei medesimi obiettivi di cui all’articolo 10.”
Sia nel 2017 che in questa Legislatura abbiamo proposto in Consiglio regionale una legge.
Circa 𝟴𝟳,𝟳 𝗺𝗶𝗹𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗱𝗶 𝗲𝘂𝗿𝗼 𝗶𝗻 𝘁𝗿𝗲 𝗮𝗻𝗻𝗶 per incentivare lo sviluppo sociale, economico e produttivo per le nuove famiglie nei comuni interessati da spopolamento: dobbiamo sostenere i giovani che decidono di restare nei propri paesi come scelta di vita.
Parliamo di reddito di intelligenza perché anche i giovani che vogliono avere una propria famiglia e dei figli hanno diritto allo studio e, nel contempo, a 𝗿𝗲𝘀𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗮 𝘃𝗶𝘃𝗲𝗿𝗲 𝗻𝗲𝗶 𝗽𝗶𝗰𝗰𝗼𝗹𝗶 𝗰𝗼𝗺𝘂𝗻𝗶 𝘀𝗮𝗿𝗱𝗶, 𝗹𝘂𝗼𝗴𝗵𝗶 𝗶𝗱𝗲𝗮𝗹𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝗽𝗼𝘁𝗲𝗿 𝗳𝗮𝗿 𝗰𝗿𝗲𝘀𝗰𝗲𝗿𝗲 le loro bambine e i loro bambini.

  1. CONTROLLO DEMOCRATICO DELLA SPESA SANITARIA

Nella scorsa Legislatura, sostenuti da un gran numero di colleghe e colleghi, abbiamo ottenuto l’istituzione di una commissione di inchiesta sulla spesa sanitaria.
Essa vide interrompersi i suoi lavori con un niente di fatto.
Laddove ciò che contava non era la commissione, ma l’inchiesta.
Perché l’inchiesta, ovvero la conoscenza che essa avrebbe prodotto, se si fosse svolta in profondità, avrebbe consentito di risolvere problemi che invece oggi ci troviamo ad affrontare nelle peggiori condizioni, dentro una pandemia, e all’interno di un percorso di riforma che stenta ad essere attuato.
Il Consiglio regionale, che ogni anno decide di destinare una parte di enorme consistenza del bilancio alle politiche della salute, agisce privo dell’adeguata conoscenza dei problemi ma soprattutto privato delle più elementari notizie dell’efficacia e dell’efficienza delle spese compiute negli anni precedenti.
Ci muoviamo alla cieca, brancolando tra le rovine di un enorme edificio burocratico, insaziabile e decadente, turbati in continuazione dalle grida di dolore che si levano da questa o da quella struttura territoriale o centrale del Welfare sanitario.
Questa condizione di completa soggezione del Consiglio Regionale e persino della Giunta alle frammentarie notizie che provengono dai centri di spesa sanitari, determina politiche sempre emergenziali, sempre estemporanee, sempre insufficienti a garantire risposte alla domanda di salute e all’obbligo costituzionale del buon andamento dell’Amministrazione a quello scopo preposta.

  1. IL TRAMONTO DELLA POLITICA E L’ESPANSIONE DELLA BUROCRAZIA

Burocrazia significa, col suo doppio etimo francese e greco, potere dell’ufficio.
Quegli uffici, o insieme di uffici, che la Costituzione all’art. 97 prefigura e prescrive imparziali, costituiscono la parte tecnica e professionale del governo, che compongono assieme alla parte politica ed onoraria.
Quando la parte politica è debole ed insufficiente, la parte tecnica si trova a riempire il vuoto di decisione e di elaborazione, e conduce la pubblica amministrazione attraverso la propria cultura interna, seguendo il suo istintivo ed innato orientamento alla crescita a dismisura.
Per questo motivo un gran numero di provvedimenti, di leggi, di decisioni sul bilancio, ogni anno sono assunti da questo Consiglio Regionale nella direzione dell’incremento della spesa a vantaggio dei corpi burocratici, aldilà e al di fuori di ogni previsione relativa all’efficienza e all’efficacia del lavoro di quei corpi.
Abbiamo già fatto cenno alla spesa sanitaria, ma potremmo parlare di quella della gestione del territorio, dell’edilizia residenziale pubblica, del lavoro, del finanziamento dell’impresa (agricola, commerciale, artigianale o industriale) della gestione di servizi pubblici essenziali quali l’acqua o il trasporto.
Una grande ricognizione degli effettivi bisogni, delle reali tendenze della spesa, della ricaduta sociale dell’attività del Sistema dell’amministrazione pubblica in Sardegna, potrebbe ricondurre il bilancio regionale a strumento di effettivo controllo democratico della spesa del denaro pubblico anziché semplice elencazione di provvedimenti che assegnano, in modo parcellizzato e incontrollato, somme a questo o quel segmento della burocrazia.

  1. TRASFORMAZIONE DIGITALE E NUOVA INDUSTRIALIZZAZIONE SOSTENIBILE – EINSTEIN TELESCOPE

La Sardegna ha oggi una grande opportunità: dedicarsi all’edificazione dell’Einstein Telescope.
Una struttura da collocare nelle profondità della terra, nel cuore dell’Isola, da dove questo oggetto tecnologicamente avanzatissimo può costituirsi quale motore di una gigantesca trasformazione dell’apparato produttivo, dell’assetto della ricerca, del complesso della vita civile della Sardegna intera.
Le stime dell’impatto socio economico di quest’opera sono impressionanti:

  1. Costo dell’opera: Il costo complessivo dell’opera è attualmente in corso di valutazione. Questa valutazione di impatto socio-economico è stata effettuata su un valore di riferimento di 1,7 mld di euro, da aggiornare quando sarà disponibile una stima più precisa dei costi. Il costo di riferimento è suddiviso in 5 macro-categorie ciascuna corrispondente al costo di realizzazione di un macrosistema. Precisamente: Sito (1 mld di euro), Sistema di vuoto(497 mln di euro), Criogenia (48 mln di euro), Isolamento sismico (52 mln di euro), Ottica (157 mln di euro).
  2. Effetto complessivo sul volume d’affari:
    Il valore totale dei flussi annui di transazioni associate dalla costruzione di ET (equivalente al totale del volume d’affari), dato dalla somma di domanda diretta e indotta nei 9 anni di costruzione, è stimato in 6,184 mld di euro, il cui valore attuale calcolato al 2025 (anno d’inizio della fase di costruzione) utilizzando un tasso di sconto del 2,57% applicato ai singoli flussi annui di domanda è pari a 5,497 mld di euro.
  3. Valore aggiunto:
    In termini di valore aggiunto, cioè depurando il dato del total output effect per eliminare gli effetti di duplicazione legati al fatto che lungo la catena del valore alcune transazioni corrispondono ad un costo per una azienda e a un ricavo per un’altra, il valore complessivo è pari a 2,263 mld di euro; pari a 2,011 in termini di valore attuale al 2025. Tale effetto coincide con l’effetto sul Prodotto Interno Lordo (PIL) generato dalla fase di costruzione di ET.
  4. Occupazione.
    L’effetto totale potenziale in termini di occupazione nei 9 anni di costruzione, considerando effetti diretti e indotti, è stimato in 36.085 unità di forza lavoro.
    Il 65-75% dell’impatto sarà a livello locale-regionale-nazionale, pari ad un volume d’affari di 4,329 mld di euro, e riguarderà principalmente le aziende dei settori e della rispettive filiere dell’edilizia, della meccanica, studi tecnici ingegneristici, geologici, trasporti, rivendita al dettaglio ed ingrosso, ospitalità e ristorazione; la restante parte – all’incirca 1,855 miliardi di euro di volume d’affari – riguarderà fornitori stranieri, Europei e non, che operano nei settori della produzione delle tecnologie impiegate nella realizzazione.
  5. Altre ricadute
    Al di là degli effetti economici indotti, le attività che avranno luogo in ET avranno certamente ricadute in termini di trasferimento tecnologico sui fornitori di beni e servizi e lungo la relativa catena del valore. Ciò perché i macchinari, gli strumenti, l’hardware e il software necessari per ogni esperimento che verrà condotto nella struttura saranno sviluppati necessariamente attraverso una interazione costante tra ricercatori e fornitori con un trasferimento continuo di competenze e conoscenze. I fornitori, esposti a richieste formulate secondo i più elevati standard internazionali, avranno dunque l’opportunità di realizzare beni e servizi che sono necessariamente ad altissimo contenuto innovativo, sia in termini di processo che di materia trattata.
  6. TRASFORMAZIONE DIGITALE NEL PNRR

La prima missione del PNRR è intitolata alla trasformazione digitale.
Si tratta di raccogliere la sfida tecnologica che caratterizzerà i prossimi decenni in linea con le attuali prospettive di una comunità in forte trasformazione, capace di recepire le esigenze più complesse e di garantire risposte certe, stabilendo in Sardegna un polo tecnologico di eccellenza in ambito delle connessioni digitali e della sicurezza cibernetica, non solo a livello nazionale ma anche nel contesto Euromediterraneo.

Vi sono in particolare tre obiettivi da cogliere per porre le premesse del rilancio competitivo dell’Isola in ambito digitale:

  1. La cybersicurezza. I piani di rafforzamento e valorizzazione delle infrastrutture digitali per la trasformazione digitale regionale, in accordo con la strategia nazionale ed europea necessitano inderogabilmente di un’architettura di Cyber sicurezza regionale per il tramite di una agenzia; l’istituzione di un’agenzia specializzata costituisce un elemento di innovazione che unisce le funzioni di un soggetto istituzionale e nel contempo definisce uno strumento operativo che dà impulso a una serie di azioni cui effettivi effetti positivi passano per l’efficientamento alla messa in sicurezza pubblica amministrazione regionale e nello stesso tempo offrono opportunità di sviluppo e crescita per l’intera comunità sarda.
  2. Le competenze digitali: Essenziale che gli investimenti in nuove tecnologie siano associati ad una crescita dei “profili digitali”, nonché un consolidamento delle competenze digitali. Secondo l’OCSE per l’Italia si prevede che il 15% delle attuali occupazioni è ad alto rischio; un ulteriore 35% potrebbe subire cambiamenti delle mansioni. Occorrono nuove competenze digitali: data analysts and scientists; big data specialists; processo automation specialists; digitali marketing ; business developments professionals etc. Occorre quindi sviluppare un Programma di alta formazione focalizzato sulle nuove competenze, in modo da mettere la Sardegna al centro del rinnovato contesto legato alla Trasformazione Digitale.
  3. 5G: le difficoltà storiche nel garantire una connettività ad alta velocità costituisce un problema endemico. La soluzione più rapida ed attuale potrebbe essere la copertura 5g attraverso accordi quadro specifici da definire con gli operatori aggiudicatari delle frequenze 5g. Le peculiarità tecnologiche di elevato valore unite alla capacità della rete 5g di coprire il territorio in modo capillare possono rappresentare una soluzione x la soluzione a tanti problemi sardi: spopolamento, nuovi investitori, abbandono scolastico, pandemia covid, etc.
  4. I GIOVANI E LE MASSE “NEET”
    L’aumento della competitività digitale della Sardegna, e il rilancio della sua rilevanza industriale al alto contenuto tecnologico derivante dall’Einstein Telescope, potrà altresì favorire un processo virtuoso di riassorbimento dello vuoto educativo, formativo ed occupazionale che caratterizza grandi masse giovanili che per lunghi anni non studiano né lavorano (cosiddetti NEET).
    Il mutare delle condizioni generali della struttura economica, con la diffusione di produzioni e servizi che nasceranno intorno all’ET, potrà rappresentare una straordinaria occasione per l’allestimento di una grande stagione di rigenerazione e riqualificazione umana, in parallelo con le azioni materiali sovvenzionate dal PNRR, dai fondi europei e statali e dalle politiche regionali.
    Il Consiglio regionale ha deciso di dotarsi di un apposita commissione di inchiesta sull’argomento, per porre serie basi scientifiche ad una politica di accompagnamento di queste trasformazioni.
    Ancora però questa iniziativa consiliare non si è svolta, e rischia di essere compromessa dalla lentezza con la quale stiamo gestendo la vicenda.
    I giovani, come ricordato anche dal presidente della Repubblica di recente, sono il fulcro della motivazione della società a politiche di apertura e trasformazione, e devono essere i protagonisti di una fase storica tesa al riequilibrio tra merito, bisogno, produzione, e civilizzazione nel mondo occidentale.
  5. IL RUOLO DELLE PICCOLE E MICRO IMPRESE

Oggi come ieri, il tessuto imprenditoriale commerciale artigianale e di piccola e piccolissima industria, compresa e le start-up dell’innovazione, costituiscono per il nostro Paese e anche per la nostra Sardegna il terreno sul quale può svilupparsi un nuovo modello economico, sostenibile e fiorente, caratterizzato e sostenuto dalla tecnologia e orientata alla sostenibilità.
Il “Popolo dei Coraggiosi” resta il soggetto economico e sociale rispetto al quale le cure delle pubbliche amministrazioni, della Repubblica, vanno indirizzate con maggiore premura, a preservarle dal dilagare delle tendenze egemoniche di un mercato oligopolistico dominato dalle grandi concentrazioni internazionali di capitale.
In questo senso alcune politiche della regione sono state purtroppo contraddittorie rispetto a tale processo, come ad esempio in ambito turistico, dove sono stati confortati con ristori adeguati soltanto grandi gruppi alberghieri a detrimento della molecolare e diffusa rete delle imprese di settore, anche a carattere familiare, senza premiare le quali è impossibile parlare secondo verità di una politica economica sostegno delle imprese.

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